La Cooperativa sociale Noemi di Crotone comprende diversi servizi rivolti all’accoglienza e all’ascolto delle donne vittime di violenza.
Il Centro “Noemi” è punto di accoglienza diurna, aggregazione ed integrazione sociale. Realizza diverse attività di tipo familiare ponendosi come punto di riferimento positivo per le giovani e le loro famiglie; promuove attività sociali, culturali, didattiche e musicali. È punto di connessione e di collegamento tra il volontariato e le forze sociali e istituzionali che lavorano a sostegno delle giovani donne. I servizi previsti riguardano i colloqui iniziali; l’elaborazione di percorsi individualizzati: laddove si verifichino le condizioni, si sviluppano interventi volti all’elaborazione di percorsi personalizzati; il sostegno psicologico e di orientamento verso l’elaborazione del proprio vissuto emotivo e relazionale, ma anche in un concreto supporto legale capace di facilitare quei percorsi di risoluzione della situazione di disagio; invio ad altri servizi territoriali per la presa in carico; lavoro di rete: attivazione della rete di sostegno e di protezione con il coinvolgimento dei servizi sociali degli enti locali e delle forze dell’ordine; l’accompagnamento nella fruizione dei servizi pubblici e privati presenti sul territorio e il Segretariato Sociale. La Cooperativa comprende un Servizio diurno di Integrazione Sociale rivolto a ragazze, adolescenti e giovani donne del territorio crotonese. Abbiamo parlato con Lina Federico responsabile del servizio.
In cosa consiste l’attività che svolgete?
Il Centro Antiviolenza Udite Agar, nato nel 2009, persegue gli scopi prioritari di: contrastare ogni forma di violenza di genere di qualsiasi tipo, sviluppando piani personalizzati, attività, interventi ed azioni, volti al supporto, all’accoglienza, alla protezione e all’assistenza delle donne vittime di violenza con o senza figli minori a carico. È impegnata inoltre a contrastare e a promuovere, sul territorio di riferimento, attività legate al cambiamento culturale, alla prevenzione e sensibilizzazione del fenomeno della violenza di genere.
Le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza, spesso denunciano che le difficoltà maggiori sono legate alla realizzazione di un percorso di autonomia soprattutto economica e di inserimento sociale. Come è necessario intervenire?
Una percentuale significativa di donne vittime di violenza, ritorna dal partner violento per le difficoltà economiche che affronta nel percorso di fuoriuscita. A tal proposito, si potrebbero supportare, le donne che decidono di intraprendere un percorso di fuoriuscita dalla violenza, mediante misure che garantiscano inserimento lavorativo ed abitativo, per incentivare e sostenere lo sviluppo di un progetto di vita indipendente e di riscatto dalla dipendenza economica dall’uomo violento.
Quali sono secondo lei gli interventi legislativi necessari che la Regione dovrebbe adottare a sostegno dei centri che si occupano di violenza alle donne?
Uno dei supporti che la Regione dovrebbe adottare a sostegno dei centri antiviolenza che operano sul territorio di riferimento, sarebbe quello di incrementare sostegni economici necessari a garantire il mantenimento degli stessi e per metterli in condizioni di poter portare avanti le attività programmate. Secondariamente, ma non di meno importanza, sarebbe adeguato apportare delle modifiche alla legge regionale n. 20 del 2007, con nuove proposte che sono state presentate dal C.A.D.I.C. al consiglio regionale della Calabria.